L’approccio naturopatico al cancro

il ruolo del naturopata
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Il cancro è una patologia che affligge una fetta importante della popolazione mondiale. Indubbiamente la malattia va affrontata con un approccio medico mirato da parte di personale specializzato. Fin dove può agire il naturopata? Cerchiamo di approfondire e fare chiarezza sul ruolo del naturopata come supporto in questo delicato momento della vita di un individuo.

Il cancro: cos’è e quali sono i principali fattori di rischio

Il cancro è, in realtà, un insieme di circa 200 malattie diverse (malattie neoplastiche). Queste sono caratterizzate da un’abnorme crescita cellulare, svincolata dai normali meccanismi di controllo dell’organismo (http://Diego Serraino1, Lucia Fratino2, Massimo Di Maio3 1 SOC Epidemiologia Oncologica, Centro di Riferimento Oncologico, IRCCS, Aviano – serrainod@cro.it 2 SOC Oncologia Medica e dei Tumori Immuno Correlati, Centro di Riferimento Oncologico, IRCCS, Aviano – lfratino@cro.it 3 Dipartimento di Oncologia, Università degli Studi di Torino, AO Ordine Mauriziano, Torino – massimo.dimaio@unito.it). Questa teoria, ormai prevalente negli ultimi decenni, è assodata dalla metà del secolo scorso.

La International Agency for Research on Cancer (IARC, Lione) ha effettuato una stima del numero di nuovi casi di tumore, in Italia, per gli anni 2020 e 2025. Nel 2022in Italia, sono state circa 390.700 le nuove diagnosi di tutti i tumori (205.000 negli uomini e185.700 nelle donne). Erano 376.600 (194.700 negli uomini e 181.900 nelle donne) nel 2020.

E’ fondamentale rafforzare le azioni di contrasto al ritardo diagnostico e per favorire la prevenzione secondaria e soprattutto primaria. Inoltre, bisogna agire sui fattori di rischio direttamente controllabili. Il fumo di tabacco, l’obesità, la scarsa attività fisica, l’abuso di bevande alcoliche e la non conoscenza delle vaccinazioni contro le infezioni note per causare il cancro sono tra i principali fattori di rischio direttamente controllabili. Non bisogna dimenticare poi, tutti quei fattori di rischio legati alla genetica, età e sesso dei singoli individui. Così come i fattori ambientali in alcuni casi controllabili attraverso la prevenzione e la protezione (crisi ambientale e cambiamento climatico, cancerogeni in ambiente di lavoro e domestico).

Il ruolo del naturopata

Il naturopata è la figura professionale che si inserisce nel lasso di tempo che intercorre tra la salute e la patologia. Nel corso dei colloqui, infatti, il naturopata impara a conoscere la persona, il suo stile di vita e il suo temperamento. E’ in grado di fornire indicazioni che riguardano la dieta, la gestione dello stress e del dolore nei disturbi cronici. I rimedi che consiglia non sono rivolti esclusivamente al trattamento del sintomo, ma al rinforzo dell’intero organismo, per riattivare la forza di autoguarigione. In più, dispone del tempo necessario per adattare il percorso alla persona. Detto altrimenti, si può “permettere” colloqui estesi e un approccio olistico e centrato sulla persona http://(https://wordpress.com/post/istitutonemi.com/2916). In quest’ottica il ruolo principale del naturopata nell’approccio al cancro è la prevenzione attraverso l’educazione alla salute. Tuttavia, il naturopata può intervenire anche in supporto al paziente affiancando la figura del medico durante il trattamento vero e proprio della patologia. Pensiamo, ad esempio, a quali livelli di stress possa arrivare un paziente sottoposto a terapie estremamente invasive. In questo senso il naturopata può intervenire proponendo tecniche che agiscono sulla riduzione stress. In alcuni casi e sempre in accordo col medico è possibile anche somministrare rimedi fitoterapici. I più comuni sono estratti di Aloe arborescens (comunemente nota come Aloe di Padre Zago), oleolito di iperico ad uso topico oppure gli integratori probiotici e psicobiotici a supporto. L’approccio naturopatico considera l’individuo nel suo stato psicofisico e sociale e prende in considerazione anche i sintomi comunemente associati alle terapie oncologiche, come ad esempio nausea e vomito, disfunzioni gastrointestinali, insonnia, affaticamento e compromissione immunitaria.

Conclusioni

Di tutti gli studi clinici naturopatici effettuati sulla popolazione oncologica il 93,2% riporta risultati positivi nella riduzione degli effetti collaterali della chemioterapia con l’impiego di diversi strumenti, tra cui: nutrizione, yoga, erbe medicinali, esercizi (stile di vita), mind and body medicine (counselling-tecniche simili). (https://worldnaturopathicfederation.org/wp-content/uploads/2021/12/Health-Technology-Assessment-HTA_eBook-1.pdf)

L’integrazione oncologica con la naturopatia può migliorare in modo significativo la qualità di vita, la salute e i risultati clinici nel continuum della cura del cancro e può potenziare gli individui nella prevenzione primaria e nella partecipazione attiva alle cure. Sebbene in Italia l’approccio naturopatico sia ancora molto lontano dall’essere preso in considerazione per queste patologie, tale approccio potrebbe sgravare enormemente il sistema sanitario implementando l’educazione alla salute e la prevenzione primaria.


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