COSA FA IL NATUROPATA?

La naturopatia è sempre più diffusa in Italia e nel mondo, ma cosa fa il naturopata, in concreto?

Questa è una domanda a cui, in Italia, farebbero fatica a rispondere persino molti operatori! Con la varietà di scuole e indirizzi di studio e una formazione non regolamentata, è naturale che ci sia anche una pluralità di approcci alla pratica del lavoro.

Per questo riteniamo importante chiarire cosa fa il naturopata, mettendo in evidenza gli step che scandiscono il suo intervento, indipendentemente dal tipo di squilibrio che si trova a gestire. Sono passi fondati sulla visione olistica tipica della naturopatia, che guidano l’operatore ad osservare e a prendersi cura della persona nel suo complesso, riconoscendo quando può bastare il suo contributo e quando invece è necessario, per il bene del cliente, rimandarlo ad altri professionisti sanitari. (https://wordpress.com/post/istitutonemi.com/4255)

Ma quindi, cosa fa il naturopata quando prende in carico un cliente?

Il primo passo è sempre stabilire le condizioni di salute della persona. In questa fase il naturopata pone molte domande, relative all’alimentazione e lo stile di vita, alla qualità del sonno e alla digestione, ma anche a come si sente nell’ambiente di lavoro, a casa, nelle sue relazioni.

Queste informazioni permettono di individuare le strategie da consigliare al cliente per correggere eventuali abitudini dannose, sostituendole con altre più efficaci per preservare l’equilibrio psicofisico.

In sostanza, in questo primo step, il naturopata identifica e, ove possibile, rimuove i fattori che ostacolano la salute e i processi di riparazione e riequilibrio propri dell’organismo. In questo modo riattiva la Vis Medicatrix, ossia l’energia vitale alla base di tutti i processi di autoguarigione.

A questo punto, il suo intervento si dirige nel sostenere la riattivazione delle risorse fisiche e psicologiche appena risvegliate. Può farlo in diversi modi, a seconda delle necessità specifiche della persona, tuttavia ci sono alcune strategie che si applicano quasi sempre. Ad esempio, è frequente sostenere gli organi emuntori, deputati all’eliminazione delle scorie e delle tossine che si producono nell’infiammazione, per alleggerire l’organismo.

Il naturopata, in questa fase, può consigliare rimedi come erbe, nutraceutici, probiotici e integratori alimentari utili a rinforzare i punti deboli e calmare organi e tessuti sovrastimolati, riducendo il livello di infiammazione e attivazione della risposta di stress.

Quando emergono squilibri inerenti a squilibri strutturali, come alterazioni della postura o problemi di tipo meccanico a livello osteoarticolare, il naturopata può anche indirizzare il cliente a figure specializzate, come osteopati, massaggiatori e fisioterapisti.

In caso di patologie vere e proprie, infine, il naturopata collabora con i professionisti sanitari, dialogando per individuare le strategie più efficaci per ridurre il dolore e gli eventuali effetti collaterali dei farmaci che assume e migliorare la risposta alla terapia prescritta dal medico.

Un caso di esempio: l’emicrania di S.

S. è una donna di mezza età che fin dalla pubertà ha sofferto di emicrania in corrispondenza del ciclo mestruale. Ha sempre gestito il disagio con dei semplici analgesici, considerando il mal di testa come parte della sindrome mestruale.

Da quando è andata in menopausa, tuttavia, le crisi di emicrania non si sono interrotte. Invece di comparire con regolarità mensile, adesso si presentano all’improvviso e in modo subito molto violento. Questo l’ha spinta a indagare più a fondo le cause del sintomo.

Quando è arrivata in studio, abbiamo valutato insieme le sue abitudini e il suo stato di salute generale. E’ una donna dinamica e attenta all’alimentazione e dall’analisi non sono emersi elementi di squilibrio legati a questi fattori.

Sono invece emerse informazioni interessanti indagando la sfera personale e professionale. S. lavora in proprio da molto tempo ed è abituata a quel grado di incertezza che la libera professione porta con sé, ma da qualche anno ha cominciato ad avvertirne maggiormente il peso, anche a causa della situazione economica generale, accusando una fatica crescente.

Trovare la causa

Ha spesso difficoltà ad addormentarsi e anche la concentrazione è andata calando, mentre una sensazione di insicurezza le stringe lo stomaco ogni volta che si mette a fare i conti con le spese. A volte non riesce a smettere di pensare, con la mente che gira a pieno regime in cerca di soluzioni che la aiutino ad incrementare il fatturato per trovare una maggiore stabilità.

A questo punto, le domando se abbia notato una corrispondenza tra i momenti in cui sente la testa su di giri per i troppi pensieri e le crisi di emicrania e, dopo un momento di riflessione, S. sorride. Questa è una reazione molto comune quando il cliente “sente” che quel collegamento risuona come giusto, come se all’improvviso venisse tolto un velo e potesse vedere con chiarezza.

La soluzione

Il problema alla base della sua emicrania era il sovraccarico mentale generato dall’incertezza della sua situazione economica e l’alto livello di stress che ne conseguiva stava consumando le sue risorse psicofisiche. A parte sostenere l’organismo con i giusti integratori, ho insegnato ad S. degli esercizi per gestire meglio il senso di insicurezza e il loop mentale, abbinati ai fiori di Bach per facilitare il processo.

Oggi S. si sente molto meglio, dorme tranquilla e l”emicrania compare molto raramente. Quando succede, S. riconosce il segnale di stop, perché sa che il mal di testa le segnala il sovraccarico e le dice che ora di fermarsi un attimo per riflettere e ricaricarsi.

Ma come fa il naturopata a fare tutto questo?

Come avrai già intuito, questo ordine di intervento richiede competenze solide e ben strutturate. Servono delle basi scientifiche nella formazione dell’operatore perché sia in grado di riconoscere i segni di squilibrio e di eventuali patologie nascoste sotto il sintomo per cui richiede la consulenza.

Il naturopata deve conoscere il corpo umano, la fisiologia e la farmacologia per poter consigliare rimedi efficaci, che non comportino interazioni con gli eventuali farmaci che il cliente assume. Senza contare lo studio dei rimedi naturali e delle loro proprietà e l’approccio olistico, rivolto alla persona nel suo complesso.

Questo è un aspetto spesso dato per scontato, ma per sviluppare la capacità di guardare davvero l’individuo e non solo il sintomo ci vuole pratica, perché, come sanno bene i nostri studenti, non è un passaggio così facile da mettere in pratica.

L’importanza della formazione del naturopata

Alla luce di queste considerazioni, diventa evidente che un naturopata preparato non può formarsi in 80-100 ore di corsi online. Anche se la legge in Italia consente di esercitare senza alcun titolo o preparazione, l’etica professionale e il senso di responsabilità verso il cliente che affida la sua salute all’operatore dovrebbero spingerlo a seguire una formazione seria e approfondita.

Solo fissando alti standard formativi possiamo sperare che un giorno anche in Italia la naturopatia possa occupare il posto di rilievo che ha già in molti Paesi del mondo.

Vuoi approfondire?

Puoi trovare ricerche scientifiche e pubblicazioni internazionali qui: https://worldnaturopathicfederation.org/wnf-publications-reports/

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