Vitalismo e olismo: i pilastri della naturopatia

vitalismo e olismo

Vitalismo e olismo rappresentano le due filosofie sulle quali si basa la naturopatia e guidano l’approccio degli operatori. Questo rappresenta un denominatore comune, che emerge pur nella diversità degli strumenti utilizzati dai singoli naturopati.

Vitalismo e olismo: di cosa stiamo parlando?

Vitalismo: cosa significa oggi?

Quando si sente parlare di vitalismo, il pensiero va subito a una visione mistica e romantica della natura e degli esseri viventi. Questo rende difficile contestualizzare questa filosofia al lavoro del naturopata del XXI secolo.

E’ bene quindi chiarire cosa s’intende per vitalismo. Secondo questa filosofia, infatti, ciò che distingue gli esseri viventi dai non viventi è la presenza di una forza o un’energia vitale, nota come Vis Medicatrix. Questa forza vitale sottende a tutti i fenomeni biologici ed è alla base dei processi di autoguarigione psicofisica. (HTA, cap. 2: https://worldnaturopathicfederation.org/project/health-technology-assessment-naturopathy/).

Per il vitalismo, gli esseri viventi sono ben più della somma delle interazioni dei loro atomi.

Dove si ritrova questo principio nel lavoro del naturopata?

Di fronte a una problematica o una difficoltà, far riferimento al principio vitalistico significa, innanzitutto, aver fiducia nell’innata intelligenza e capacità del corpo di autoguarirsi, se messo nelle condizioni migliori per farlo. La persona si ammala perché l’ordine che regola i processi della vita è stato, in qualche modo, turbato.

Diventa quindi fondamentale comprendere le cause alla base della problematica, in modo tale da rimuovere, per quanto possibile, ciò che impedisce il ritorno all’equilibrio e rimettere l’organismo nelle condizioni migliori per ristabilire l’ordine, secondo la sua innata intelligenza.

Poiché l’uomo è un essere complesso e sono tantissimi i fattori, interni ed esterni, che entrano in gioco in questo processo, è essenziale adottare un approccio olistico.

Olismo: uno sguardo più ampio possibile

Con il termine olistico ci si riferisce al “tutto”. Quando si lavora per stimolare il potenziale di autoguarigione della persona, quindi, è bene avere lo sguardo più ampio possibile.

Ovviamente il primo passo è prendere in considerazione la relazione mente-corpo (https://istitutonemi.com/2019/12/06/il-sintomo-e-il-suo-messaggio/). Troppo spesso, infatti, il corpo viene visto come una macchina: se un pezzo soffre o si rompe, ci si concentra su di esso, cercando di aggiustarlo, senza considerare che fa parte di un tutto molto più grande. L’uomo, infatti, vive di aria, acqua e cibo, funziona grazie ai processi biochimici, ma si nutre anche di relazioni, di aspirazioni e aspettative.

Facciamo un esempio concreto in cui molti probabilmente si ritroveranno. Quando si soffre per la sindrome dell’intestino irritabile va da sé che è la pancia a dare problemi. Tuttavia, lo sguardo olistico del naturopata, andrà ben oltre l’addome. Si indagheranno sicuramente le abitudini alimentari della persona e la qualità dei cibi che mangia. Si raccoglieranno informazioni su eventuali terapie antibiotiche, presenti o passate. Ma si prenderanno anche in considerazione i ritmi (lavorativi, familiari, interiori) a cui si sente (o viene) sottoposto/a. Si cercherà di capire come la persona si approccia alla vita, quanta fretta ha nel digerire le situazioni e le esperienze. Quanto gli/le è facile prendersi il tempo per assorbire ciò che serve e lasciare andare ciò di cui può fare a meno.

Detto in altri modi, si accompagnerà la persona a rendersi conto di quanto i suoi processi fisiologici e strutturali sono interdipendenti dagli aspetti psicologici, relazionali, esistenziali e ambientali. In questo modo potrà prendere le decisioni più informate possibili, affinché possa favorire, per quanto consentito, il potenziale di autoguarigione.

Ovviamente ci sono dei limiti in questo approccio. Pensiamo ad alcune malattie genetiche oppure ai livelli di inquinamento che sono stati raggiunti. E’ difficile, se non impossibile, intervenire su queste cause.

Tuttavia, anche quando non è possibile risolvere le cause a monte, l’approccio vitalistico e olistico permette di lavorare sugli altri aspetti coinvolti e che aggravano una determinata problematica, come ad esempio la gestione dello stress, la riduzione dell’infiammazione, il sostegno emotivo (https://istitutonemi.com/2019/07/25/educazione-emozionale/), ecc…

Vitalismo e olismo: le basi della prevenzione primaria

L’approccio del naturopata è particolarmente vincente nell’ambito della prevenzione primaria. Avere una visione vitalistica e olistica della persona significa identificare quei fattori che favoriscono o ostacolano i processi di autoregolazione del corpo e prendersene cura quando ancora si è in salute.

E farlo adottando lo sguardo più ampio possibile. Salvaguardare la propria salute, infatti, non significa solo mangiare sano, praticare esercizio fisico, bere e dormire a sufficienza. Ovviamente questi sono aspetti fondamentali, tanto quanto la resilienza nei confronti degli urti della vita, la sensazione di dare un contributo unico alla vita, coltivare relazioni ricche e appaganti… Senza dimenticare che l’uomo non è un sistema chiuso e che la sua salute dipende da quella del pianeta (https://istitutonemi.com/2019/03/22/la-salute-e-un-dovere-di-tutti/).

Questo è il cuore della prevenzione primaria e della salutogenesi. E proprio in questo campo il naturopata, guidato dai principi del vitalismo e dell’olismo, può dare un prezioso e concreto contributo.

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