
Quando si manifesta un sintomo, soprattutto se doloroso o fastidioso, la nostra prima reazione è quella di metterlo a tacere. E se imparassimo a comprenderne il significato?
Il nostro approccio al sintomo
Avete presente un forte mal di testa? Oppure una scarica improvvisa di diarrea? O il prurito al naso nella stagione dei pollini? La prima reazione di fronte a queste situazioni è quella cercare sollievo il più rapidamente possibile. Spesso questo sollievo è garantito dai farmaci o dai rimedi naturali, che vengono quindi visti come una soluzione al problema. Ma è davvero l’approccio corretto? Il dolore, il prurito, il disagio in generale è il modo in cui il corpo comunica i suoi bisogni, anche quelli fisiologici. Tutti noi infatti abbiamo presente i morsi della fame o la sensazione di quando la vescica ha raggiunto la sua capienza limite. Solitamente a questi bisogni rispondiamo in modo appropriato, soddisfacendo le richieste del nostro organismo. Perché allora è più difficile fare altrettanto quando proviamo, ad esempio, dolore?
Le cause del sintomo
Prendiamo ad esempio il mal di testa. Cosa viene comunicato attraverso il dolore al capo? Se ci prendiamo il tempo di analizzare la situazione prima di mandare giù una pillola (di sintesi o naturale che sia), notiamo che le ragioni che possono aver scatenato il dolore possono essere davvero tante. Porsi delle domande può essere di aiuto per risalire a una possibile causa. Quante ore sono stato davanti al pc senza fare una pausa? Ho mangiato troppo pesante? Quanto tempo è trascorso dall’ultimo pasto? Ho passato le ultime ore in uno stato di profonda concentrazione o di stress? La mia postura può essere migliorata? E’ possibile che la mia mente sia sovraccarica di pensieri e preoccupazioni?
Si può riflettere su numerose correlazioni tra il sintomo, i comportamenti scorretti che possono scatenarlo e lo stato psicologico e mentale in cui ci si trova al momento della sua comparsa. Si può applicare lo stesso ragionamento a moltissimi altri disagi, prendendo in considerazione l’aspetto analogico. Questo significa osservare la funzione della parte colpita dal disturbo ed esaminare a quali tematiche corrisponde per analogia. Se il sintomo interessa lo stomaco potremmo allora riflettere sulle esperienze che non abbiamo digerito, se colpisce la gola ci possiamo domandare cosa non ci siamo permessi di esprimere a parole, e così via.
Perchè proprio lì?
Rimanendo sull’esempio del mal di testa, possiamo paragonare il capo alla sede operativa centrale. Infatti, la testa ospita non solo il cervello, ma quasi tutti gli organi di senso (vista, udito, olfatto). E’ qui che arrivano e vengono analizzate le informazioni provenienti dal corpo e dal mondo esterno e si elaborano strategie di soluzione e risposta. Quando le informazioni diventano troppe o ci mettono in difficoltà, si può andare in sovraccarico e il dolore segnala la necessità di una pausa.
E’ anche vero che, di una persona molto intelligente, si dice che “ha cervello”: se il dolore compare sempre prima di un esame, è possibile che si abbia paura di non avere abbastanza testa per superarlo? Oppure quando non troviamo una soluzione a un problema e ci esprimiamo dicendo “non so più dove sbattere la testa”… Queste espressioni comuni rendono l’idea del collegamento tra uno stato d’animo e la sede della manifestazione fisica, dandoci spunti di riflessione per comprendere il disagio emotivo che può dar origine o comunque aggravare il sintomo.
Anche i disturbi intestinali sono estremamente interessanti da analizzare. Nelle prime righe ho citato una scarica di diarrea improvvisa: “me la sono fatta sotto dalla paura”? Oppure, se si tiene presente che l’intestino è l’organo deputato all’assorbimento dei nutrienti, è possibile che si stia rifiutando in blocco un’esperienza che non si vuole fare propria? https://www.naturopatiarivoli.com/blog/la-sindrome-dell-intestino-irritabile-l-approccio-naturopatico
Ascoltare il sintomo: la vera prevenzione primaria
Cosa succede se il sintomo, che cerca di comunicare alla coscienza un disagio del corpo, viene ignorato o messo a tacere? Facilmente l’organismo sarà costretto ad alzare la voce, con disturbi sempre più limitanti, dolorosi, fastidiosi. Analizzare la situazione dal punto di vista fisico, mentale ed emozionale, permette di risalire all’origine del problema tenendo presente, ovviamente, il ruolo che giocano le abitudini scorrette. Quando si parla di prevenzione primaria ci si riferisce proprio a questo: prestare attenzione alle piccole spie che si accendono e correre prontamente ai ripari. Esattamente come quando si accende la spia della riserva: si provvede prontamente a fare benzina, non si aspetta che l’auto si fermi!
Se si comprende che il mal di testa compare sempre dopo i pasti, ci si può interrogare sulla routine alimentare. Quando si corre in bagno ogni volta che si deve affrontare una prova, si può lavorare sulla paura e il senso di inadeguatezza. Se la tensione muscolare non abbandona le nostre spalle, oltre a correggere la postura, si può riflettere sui pesi che abbiamo la sensazione di dover portare.
Questo significa avere un approccio davvero olistico. I nostri pensieri, le nostre convinzioni, i filtri educativi e culturali attraverso i quali osserviamo la realtà determinano lo stato emotivo con cui viviamo le esperienze. Di conseguenza, il disagio tenderà a scaricarsi maggiormente in una certa sede piuttosto che in un’ altra. Prendere coscienza di questi meccanismi permette di realizzare un cambiamento e solo cambiando, modificandosi e crescendo possiamo raggiungere uno stato di stabile e duraturo benessere (https://istitutonemi.com/2019/10/29/il-potere-del-cambiamento/).
E per saperne di più?
Questo articolo ha lo scopo di incuriosirvi e invitarvi a riflettere, osservando i vostri acciacchi da un’altra prospettiva. Se volete saperne di più, potere visitare la pagina dei corsi di perfezionamento (https://istitutonemi.com/scuola-di-naturopatia/corso-di-perfezionamento/).
Devi accedere per postare un commento.