
Da anni oramai assistiamo al dibattito sulla necessità di ridurre il consumo di carne. Motivi etici, salutistici e ambientali si intrecciano in questa discussione, che accende gli animi di vegani e carnivori convinti. Ma è proprio necessario ridurre il consumo di carne? Fa davvero così male? Secondo il personalissimo punto di vista di chi scrive, potrebbe non essere necessario eliminarla del tutto, ma è indubbio che ci siano molti vantaggi nell’apportare qualche modifica alla nostra dieta in tal senso. Per chi non è ancora pronto a rinunciare del tutto ai piaceri della grigliata ecco tre buoni motivi per, quantomeno, ridurne il consumo
Ridurre il consumo di carne contro la deforestazione
Quest’estate gli incendi in Amazzonia sono stati al centro di tutte le notizie, con conseguente e giustificata preoccupazione. A parte scendere in piazza contro il governo del presidente Bolsonaro e condividere sui social le immagini degli incendi, ci sembra che il nostro potere di azione sia abbastanza limitato. Cosa possiamo fare, quindi, noi che viviamo dall’altra parte dell’Atlantico? Bisogna sapere che molto spesso il fuoco è appiccato in zone di foresta limitrofe ai campi, affinchè questi si possano ampliare, ettaro dopo ettaro. In questo modo, i pascoli diventano sempre più estesi e si riesce così a soddisfare la domanda di carne, anche per l’esportazione in Europa. A tal proposito, l’Italia è uno dei maggiori importatori (circa 30.000 tonnellate/anno).
Non solo: le aree “liberate” dalla foresta servono anche per le coltivazioni di soia. Questo legume, infatti, più che servire per produrre tofu e latte vegetale viene ampiamente utilizzato come mangime per gli animali, anche in Europa.
… per la nostra salute e quella degli animali
Per soddisfare l’elevata domanda di carne e latticini è necessario aumentare il numero di capi di bestiamo allevati. Va da sè che gli allevamenti intensivi rappresentano la soluzione migliore per garantire la quantità di prodotto richiesta dai consumatori, contendo allo stesso tempo i costi. Ovviamente, questo tipo di allevamento va a grande discapito (e sofferenza) degli animali, ma in ultimo anche dell’uomo. E ciò per diversi motivi: prima di tutto, allevare le bestie in spazi non adeguati e a strettissimo contatto tra loro, le espone grandemente al pericolo di epidemie, che viene scongiurato con l’ampio uso di antibiotici. L’impiego sconsiderato di questi farmaci favorisce la selezione di batteri ad essi resistenti, un’emergenza considerata un allarme prioritario dall’OMS (https://istitutonemi.com/2019/08/26/antibiotico-resistenza/ ).
In secondo luogo, gli animali costretti a vivere in queste condizioni producono molti ormoni dello stress, riducendo di fatto la qualità della loro carne. E questo in aggiunta alla somministrazione extra degli ormoni della crescita che garantiscono che la bestia cresca velocemente e sia pronta per la macellazione in tempi brevi. A tal proposito, un consumo eccessivo di carne aumenta anche il rischio di sviluppare, tra gli altri, tumori dipendenti dagli ormoni, come quello al seno, alla prostata e all’endometrio. Ovviamente, queste patologie non sono dovute esclusivamente a una dieta carnivora, ma il contributo della carne rossa e, soprattutto, lavorata, nell’insorgere di queste malattie non è trascurabile (https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/corretta-informazione/le-carni-rosse-fanno-male-alla-salute).
…per salvare il pianeta
Sono passati solo pochi giorni dall’ultimo sciopero globale per il clima e la domanda che più spesso ci si fa è “Cosa posso fare io nel mio piccolo?” Non essendo noi tutti presidenti di multinazionali, proviamo spesso un grande sentimento di impotenza quando ci confrontiamo con le notizie riguardanti l’emergenza climatica. Ebbene, l’allevamento di animali per la produzione di carne e latticini contribuisce considerevolmente all’emissione di gas serra, soprattutto di metano. Ridurre il consumo di carne e derivati del latte può quindi contruibuire indirettamente a mitigare i danni causati dall’effetto serra.
In più, lo sversamento nelle acque dei liquami derivanti dagli allevamenti provoca un’aumento delle alghe, con una riduzione di ossigeno negli strati più profondi. Le conseguenze di ciò sono facilmente intuibili…
Ci sono moltissimi altri motivi per i quali sarebbe necessario ridurre il consumo di carne e derivati animali. Senza entrare nel merito dell’etica e dei diritti degli animali, per quanto indiscussi, prendere in considerazione i rischi che un consumo eccessivo di carne, specialmente rossa e trasformata, comportano, può essere un valido incentivo per apportare dei cambiamenti nella nostra dieta. Per la nostra salute e quella del nostro pianeta.
https://www.repubblica.it/ambiente/2015/11/27/news/pericoli_industria_carne-128274534/
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