Antibiotico-resistenza

antibiotico-resistenza

Il problema dell’antibiotico-resistenza

L’antibiotico-resistenza è diventata ormai un problema dichiarato ed è considerata una delle più gravi emergenze globali contemporanee, insieme al cambiamento climatico. L’OMS stima che entro il 2050 solo in Europa 390.000 persone perderanno la vita a causa dell’antibiotico-resistenza, mentre in Asia potrebbero arrivare a quasi 5 milioni.

Sebbene gli allarmismi volti a generare panico siano inutili, è indispensabile prendere coscienza dei reali rischi e dei fattori che contribuiscono a mantenere e aggravare il problema. L’uso degli antibiotici deve essere consapevole e diretto dal medico.

Gli errori più comuni

Spesso si utilizzano questi preziosi farmaci in modo improprio, come ad esempio nelle malattie virali. Queste non possono essere trattate con l’antibiotico, in quanto non è efficace sui virus. Anche i tempi di assunzione sbagliati possono creare antibiotico-resistenza. Il farmaco deve essere assunto per tutta la durata della terapia indipendentemente dal miglioramento dei sintomi. Interromperlo prima, significa lasciare che i pochi batteri sopravvissuti si riproducano, dando vita a colonie immuni a quell’antibiotico. Ricordiamo che zii, amiche, cugini, vicini di casa… non sempre sono medici! Non affidatevi mai al fai da te per l’uso di farmaci così importanti.

Gli antibiotici nascosti

Oltre all’uso consapevole del farmaco quando serve, dobbiamo prestare attenzione agli antibiotici occulti. Gli animali provenienti da allevamenti intensivi sono sottoposti a pesanti terapie antibiotiche. Il sovraffollamento, in questi contesti, rende infatti altissimo il rischio di epidemie, che possono essere controllate solo mediante l’impiego di questi farmaci. Il consumo eccessivo di carne e derivati animali ci porta ad assumere indirettamente importanti quantità di antibiotici, che non possono essere trascurate.

Antibiotico-resistenza: il concetto di terreno

Se l’uso improprio di questi farmaci può generare antibiotico – resistenza, un corretto intervento preventivo può ridurre notevolmente la necessità di assumerli. Questo è il campo privilegiato della naturopatia , che opera attraverso il riequilibrio e il potenziamento delle capacità di auto-guarigione del corpo. (https://istitutonemi.com/2019/08/01/il-terreno-del-naturopata/)

Comprendere l’importanza di questo tipo di intervento nel contesto dell’antibiotico-resistenza può non essere immediato. Tuttavia, anche il padre della Microbiologia, Louis Pasteur si rese conto che:

Il terreno è ben più importante del microbo. Il terreno è tutto, il microbo è nulla…

Louis Pasteur

In effetti, lo sviluppo di una colonia microbica dipende dalla natura del terreno: se presenta caratteristiche compatibili con l’habitat ideale del germe, esso attecchisce e si moltiplica; in caso contrario non si sviluppa e muore.

Antibiotico-resistenza: il contributo della naturopatia

Questo è facilmente verificabile in qualsiasi laboratorio microbiologico ed è altrettanto valido per l’uomo. Modificare le caratteristiche del terreno biologico permette infatti di rinforzare le difese immunitarie e migliorare la resistenza alle infezioni.

Il cambiamento dello stile di vita e la responsabilizzazione dell’utente promossi dall’approccio naturopatico, ricoprono già un ruolo di importanza fondamentale nella battaglia contro l’antibiotico-resistenza. Questo è riconosciuto dall’OMS e già applicato in molti Paesi del mondo.

https://www.wnf-amr.org/?fbclid=IwAR0SSGLIqiIAErfqI77JupRepB3faKslIhCr5eg6yRZO8vpQvZsW4x2ygqQ

Il naturopata agisce su due livelli: la prevenzione primaria e il sostegno del processo di guarigione. Questo è importante in tutti i tipi di infezione, indipendentemente dall’agente patogeno. Anche in caso di epidemie virali, infatti, un terreno infiammato apre la strada alle sovra-infezioni batteriche (come le famose complicanze dell’influenza), che possono rendere necessario il ricorso agli antibiotici.

Un caso reale

Per portare il discorso nel concreto, vorrei citarvi il caso di Michela (per ovvie ragioni di riservatezza, i nomi e alcuni dettagli personali sono stati modificati). Michela è la mamma di Sara, di 8 anni. La bimba soffriva di tonsilliti ricorrenti, con placche, mal di gola e febbre. Non c’era inverno in cui non fosse necessario ricorrere più volte alla terapia antibiotica.

Valutato il terreno della bambina, ho consigliato di correggere l’alimentazione, riducendo i cibi che favoriscono l’infiammazione (zuccheri raffinati, insaccati, latticini). Al contempo, ho suggerito di incrementare il consumo di farine integrali, cereali in chicco, verdure di stagione e legumi. Per promuovere il rinforzo del terreno, abbiamo lavorato, già dalla tarda estate, con l’aiuto di oligoelementi e sali di Schüssler. Come prevede l’approccio olistico, abbiamo inoltre agito sul terreno psichico (di cui tralasciamo i dettagli per non andare fuori tema).

I risultati

Lo stesso inverno il miglioramento è stato evidente, con un solo episodio di tonsillite, che ha richiesto il ricorso all’antibiotico. Tuttavia, a differenza delle volte precedenti, in questa occasione abbiamo accompagnato la terapia medica con integratori naturali di sostegno. In questo modo, la bimba ha terminato la cura piena di vitalità, senza accusare la debolezza e il malessere tipici della convalescenza.

Successivamente, ho consigliato a Michela alcuni rimedi da utilizzare al primo segno di infiammazione, sottolineando l’importanza di agire tempestivamente e di consultare il medico in caso di aggravamento. Seguendo queste indicazioni, la mamma ha imparato ad affrontare il problema all’insorgenza. Oggi, la maggior parte delle volte, riesce a risolverlo prima che diventi così serio da richiedere l’uso dell’antibiotico.

Da allora sono passati due anni, e Sara ha quasi completamente dimenticato il dolore della tonsillite e la fatica di sopportare la febbre e il peso di una terapia antibiotica.

Insieme contro l’antibiotico-resistenza

Come abbiamo visto, nonostante la naturopatia non possa sostituirsi all’intervento del medico quando il gioco si fa duro, può tuttavia fare la differenza. Il suo contributo è particolarmente importante nel campo della prevenzione e nel trattamento delle fasi iniziali delle più comuni affezioni.

Le strategie naturali dovrebbero essere la prima forma di intervento per trattare problematiche comuni, come in molti Paesi del mondo avviene già.

Molti farmaci, tra cui ovviamente gli antibiotici, sono fondamentali per la nostra sopravvivenza: l’abuso o l’uso improprio rischia di renderli inefficaci quando ci servono davvero e possono fare la differenza tra la vita e la morte.

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