La sindrome del principiante

Ogni neonaturopata affronta i suoi primi colloqui con un misto di entusiasmo e di terrore, con la mente in subbuglio, preda della Sindrome del Principiante. “E se dimentico di chiedere qualcosa di importante? Se interpreto male il sintomo? Cosa faccio se non mi viene in mente nessun rimedio? Sarò in grado di avere un approccio non giudicante?” …

Tutte queste domande che si affollano nella mente impediscono di ragionare in modo lucido e, soprattutto, focalizzano l’attenzione dell’operatore su di sé. Il risultato è che l’ascolto attivo, che si dovrebbe riservare al cliente, è disturbato dal chiacchiericcio interiore causato da mille paure e individuare il nocciolo del problema, con relativa soluzione, diventa sempre più difficile.

Si instaura così un circolo vizioso, in cui l’insicurezza riduce la qualità del servizio e il tanto agognato utente non torna più, con grande rammarico dell’operatore. Alla fine, dei tanti allievi che seguono una scuola di naturopatia solo una minoranza, una volta terminato il percorso di studi, riuscirà effettivamente a lavorare, perché molti sono letteralmente bloccati dalla Sindrome del Principiante.

Anche il più grande è stato un principiante. Non aver paura di fare il primo passo.

(Muhammad Ali)

La responsabilità delle scuole

Premettendo che l’ansia da prestazione è normale all’inizio di qualsiasi professione, è bene ricordare che è responsabilità di una scuola che si definisce professionalizzante formare gli studenti anche sotto questo aspetto. Il termine professionalizzante, infatti, implica che a fine percorso lo studente sia in grado di affrontare un colloquio e svolgere il suo lavoro con la serietà e la sicurezza che derivano da ore e ore di pratica sotto guide esperte durante la formazione, a tutto beneficio della qualità del servizio che potrà offrire ai suoi utenti.

Purtroppo sono molte le scuole che, sulla carta, prevedono laboratori esperienziali, ma spesso la quantità e la qualità di tali attività non sono adeguate. L’allievo, quindi, si trova costretto a completare la sua formazione al di fuori della scuola e ad affrontare da solo le sue ansie, col rischio di  commettere inutili errori nella relazione con l’assistito.

La sindrome del principiante si vince con la pratica

Una formazione seria deve prevedere non solo lezioni frontali dedicate alla teoria, ma anche un cospicuo monte ore riservato ad attività pratiche e di simulazione. In questo modo l’allievo ha la possibilità di esercitarsi nella gestione del colloquio e a ragionare in modo olistico su casi reali, proposti e supervisionati dai docenti, e di mettere in pratica le tecniche apprese nel corso degli anni.

Un percorso di formazione completo è strutturato per far crescere e valorizzare i propri allievi, offrendo loro tutti gli strumenti necessari perché possano uscire dalla scuola ed affacciarsi al lavoro preparati non solo dal punto di vista tecnico, ma anche umano, personale.

“Non c’è cosa che non venga resa più semplice attraverso la costanza e la familiarità e l’allenamento. Attraverso l’allenamento  noi possiamo cambiare; noi possiamo trasformare noi stessi.” 

Dalai Lama

Naturalmente supportare l’evoluzione degli studenti richiede impegno e dedizione ed è incompatibile con grandi numeri di allievi. Come si possono conoscere le qualità e le potenzialità di ogni futuro operatore se si hanno di fronte cento persone?

Vuoi diventare naturopata, ma non sai orientarti nella scelta della scuola? Leggi questi articoli, potrebbero esserti utili!

https://istitutonemi.com/2019/04/12/vuoi-diventare-naturopata/

https://www.affarimiei.biz/lavoro-e-formazione/come-diventare-naturopata

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